State owned shipyard company plans to close major shipyards, resulting in around 2,500 job losses (7,000 including subcontractors)
Dear friends,
I have been informed about the disgraceful plan to close major shipyards in Italy, that will result in around 2,500 (7,000 including subcontractors) job losses.
I understand that according to a secret plan developed by Fincantieri, this state owned shipyard company wants to close three of the eight shipyards in the group – Castellamare di Stabia (Napoli), Sestri Ponente and Riva Trigoso (Genova). Fincantieri’s management, supported by the Italian Government, is trying to be more ‘competitive’ on the world market implementing cuts and stimulating competition between Italian workers and workers of other countries.
A few months ago the CEO of FIAT, Sergio Marchionne, announced that if the unions didn’t ‘collaborate’ he would move production of the Panda from Pomigliano to Poland and production of the LO from Turin to Serbia, searching for cheap labour and a more ‘disciplined’ workforce. In a similar way, Fincantieri is using cheap labour (most of them immigrants) in a huge outsourcing project and is now planning to destroy 2,500 jobs in Italy, moving 900 of them to the USA, in order to cut expenses and ‘win the competition’ with China and South Corea.
The shipyard business is particularly affected by this kind of ‘race to the bottom’, as it is based on very highly skilled (and ‘expensive’) labour. Therefore competition between European and Asian (China, South Korea) shipyards is based on competition between workers over wages and rights.
I call for policies to be implemented on a European wide basis to prevent social dumping and to provide financial resources and encourage new state investments. Instead of the EU putting pressure on EU members to privatize shipyards (as in Poland), it should defend the living standards of all workers in Europe.
I will raise all of these questions in the European Parliament. At the same time, I express my solidarity and the solidarity of the Socialist Party (www.socialistparty.net) and the Committee for a Workers’ International (CWI, www.socialistworld.net) with the Italian working class from an internationalist point of view.
If workers of different countries compete and accept cuts in wages, their living conditions will only get worse. That is why we will support your struggle and use our positions in the European Parliament to oppose such a race to the bottom and to encourage the workers of Italian, German, Polish and French shipyards to unite their forces and to raise the question of how we can provide adequate wages and conditions, not at the expense of Chinese, South Korean or American workers, but at the expense of the billionare profits of the managers and shareholders of their companies.
Please let me know how I and the CWI can assist your vital struggle against the attempt to close these shipyards.
Yours in solidarity,
Joe Higgins MEP
Member of GUE/NGL in European Parliament
Dichiarazione di solidarietà ai lavoratori Fincantieri (Italia) di JOE HIGGINS, Parlamentare Europeo
Cari amici,
ho appreso dello sciagurato piano che prevede la chiusura di alcuni importanti cantieri navali in Italia e che comporterebbe la perdita di circa 25oo posti di lavoro (7000 contando l’indotto).
Mi pare di capire che, secondo un piano sviluppato in segreto da Fincantieri, questa azienda pubblica vuole chiudere 3 degli 8 cantieri del gruppo – Castellamare, Sestri Ponente e Riva Trigoso. I manager di Fincantieri, con l’appoggio del Governo, cercano di essere più ‘competitivi’ sul mercato mondiale tagliando i posti di lavoro e mettendo in competizione lavoratori italiani e lavoratori di altri paesi.
Pochi mesi fa l’Amministratore Delegato della FIAT, Marchionne, ha annunciato che, se il sindacato non avesse ‘collaborato’, avrebbe spostato la produzione della Panda da Pomigliano alla Polonia e quella della LO da Torino alla Serbia, in cerca di manodopera a basso costo e più ‘discipinata’. In modo analogo Fincantieri sta utilizzando in modo massiccio i lavoratori a basso costo delle ditte di appalto (molti dei quali immigrati) e ora vuole distruggere 2500 posti di lavoro in Italia, spostandone 900 negli Stati Uniti, per tagliare i costi e ‘vincere la competizione’ con Cina e Corea del Sud.
Il settore della cantieristica è particolarmente affetto da questa gara al ribasso, perché utilizza lavoro molto qualificato (e ‘costoso’). Perciò la competizione tra i cantieri europei e quelli asiatici è in realtà basata sulla competizione tra lavoratori a spese del loro salario e dei loro diritti.
Io chiedo che vengano introdotte politiche europee ad ampio raggio per disinnescare questa guerra tra poveri, mettendo a disposizione risorse finanziarie e incoraggiando nuovi investimenti pubblici. L’Unione Europea, invece di mettere sotto pressione i paesi membri affinché privatizzino i cantieri (come accade in Polonia), dovrebbe difendere le condizioni di vita di tutti i lavoratori europei del settore.
Io porrò queste questioni nel Parlamento Europeo. Allo stesso tempo esprimo ai lavoratori italiani la solidarietà mia, del Socialist Party irlandese (www.socialistparty.net) e del Committee for a Workers’ International (www.socialistworld.net) da persona che considera fondamentale la solidarietà internazionale tra tutti i lavoratori.
Se i lavoratori dei diversi paesi sono costretti a fare a gara tra loro a chi prende un salario più basso, le loro condizioni di vita non potranno che peggiorare. Per questo io appoggerò la vostra lotta e userò la mia posizione di parlamentare europeo per fare opposizione a questa gara al ribasso e incoraggiare i lavoratori dei cantieri italiani, tedeschi, polacchi e francesi a unire le proprie forze per porre la questione di come possiamo garantire loro un salario e condizioni di vita dignitose, non a spese dei lavoratori cinesi, sudcoreani o americani, ma dei profitti miliardari dei manager e degli azionisti delle loro imprese.
Fatemi sapere come io e il CWI possiamo prestare aiuto alla vostra importante lotta contro la chiusura di questi cantieri.
Con la mia piena solidarietà, il vostro
JOE HIGGINS
Parlamentare Europeo (Gruppo GUE/NGL)
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